Pennac Daniel - 1998 - Abbaiare stanca by Pennac Daniel

Pennac Daniel - 1998 - Abbaiare stanca by Pennac Daniel

autore:Pennac Daniel
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788884517128
editore: Salani
pubblicato: 2006-01-01T23:00:00+00:00


22

C’è molto da dire sullo Ienoso. Un personaggio complicato. Per prima cosa, amava moltissimo gli scherzi. Ne faceva a tutti, in tutte le occasioni, e non sempre di buon gusto. Poi partiva con la sua risata glaciale. Ma nessuno gliene serbava rancore. Tutti, anzi, gli volevano bene. La popolarità dello Ienoso era incredibile, ma questo gli seccava. Avrebbe preferito una fama di cattivo, di bestia feroce.

«Con il muso che mi ritrovo, sarebbe il minimo, no?»

Solo che era buono. Incorreggibilmente buono. Appena aveva sentito Il Cane piangere, aveva deciso di prenderlo sotto la sua protezione. Non poteva impedirsi di rendersi utile, di rivoltarsi contro un’ingiustizia, di cercare di capire tutti... Era la sua natura.

«Una specie di debolezza che mi porto dietro dalla nascita: non sono capace di mordere».

Lo diceva con un sorriso imbarazzato, che scopriva due enormi zanne, gialle e leggermente consunte perché non era più tanto giovane.

«Ma se qualcuno attaccasse il Cinghiale, per esempio, lo difenderesti?» gli aveva domandato Il Cane.

Lo Ienoso aveva bruscamente cambiato espressione e Il Cane aveva provato la stessa paura della sera del loro primo incontro.

«Il Cinghiale è il Cinghiale. Non si tocca».

E aveva aggiunto, ritrovando il suo sorriso speciale:

«I miei amici non si toccano».

Il Cinghiale era controllore sui treni, o conducente di locomotive, o qualcosa del genere. Ferroviere, insomma. Era il suo mestiere.

Quella sera, quando i due cani l’avevano aspettato a mezzanotte e dodici, li aveva accolti molto semplicemente.

«Ciao Ienoso. Mi porti un compagno? È proprio carino, va. Un altro capolavoro della natura».

Lo Ienoso era piegato in due dal ridere e di lì a poco si ritrovarono tutti a casa del Cinghiale.

Era vero che quando si toglieva il berretto il Cinghiale aveva tutta l’aria di un cinghiale: una larga testa nera, con capelli e sopracciglia così ispidi e duri che non ci si poteva passare la mano. E forzuto, anche, per niente rassicurante. (Quando prendiamo la metropolitana insieme, diceva lo Ienoso, si fa il vuoto.) L’appartamento del Cinghiale era un vero caos, quadri appesi ai muri, dappertutto statue di legno che il Cinghiale intagliava con pazienza nelle pesanti traversine delle ferrovie. Alcune di quelle opere d’arte rappresentavano lo Ienoso in persona. Ma uno Ienoso bellissimo, come avrebbe potuto essere nella realtà se la realtà non l’avesse un po’ fregato. Quello che saltava agli occhi, nel lavoro del Cinghiale, era il modo in cui aveva saputo esprimere tutta l’intelligenza dello Ienoso, il suo coraggio, la sua spensieratezza, la sua passione per gli scherzi e, in fondo a tutto la serietà del suo carattere, una specie di tristezza, ma molto remota, che non si poteva cogliere a occhio nudo né in fotografia. Somigliante, veramente! Molto somigliante.

Il Cane aveva immediatamente riconosciuto lo Ienoso nei quadri alle pareti e nelle sculture sulla mensola del caminetto.

«Ma sei tu, quello! Come mai sei così bello, là?»

«Lo sguardo dell’amore...» aveva risposto lo Ienoso con l’aria più modesta possibile.

Il Cane si era dunque tranquillamente sistemato in casa del Cinghiale e dello Ienoso. Sì, di tutt’e due, perché non era possibile dire che l’appartamento fosse solo del Cinghiale.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.